Maleficent, Angelina Jolie nei panni della strega Disney

Se avete intenzione di andare a vedere Maleficent – Il Segreto della Bella Addormentata, il nuovo ed atteso film dei Walt Disney Pictures Studios in uscita il prossimo 28 Maggio, dimenticate il Classico del 1959.




L’audace film diretto da Robert Stromberg (Alice in Wonderland, Pirati dei Caraibi - Ai Confini del Mondo, Il Grande e Potente OZ), e scritto da Paul Dini e Linda Woolverton (La Bella e La Bestia, Il Re Leone, Mulan, Alice In Wonderland), infatti, si discosta completamente ed in modo drastico dalla fiaba originale stravolgendo personaggi e luoghi comuni tipici del racconto di Charles Perrault.

Il film, che tenta di avvicinarsi maggiormente ad un pubblico infantile grazie alla narrazione fiabesca tenuta da una voce esterna che si rivelerà soltanto sul finale, sarà sicuramente più apprezzato da questi, spesso poco consapevoli della fiaba originale, a volte mai visionata. L’adulto, al contrario, conoscendo i fatti sia dell’adattamento disneyano sia della storia settecentesca potrebbe non gradire l’eccessiva libertà della pellicola rispetto a questi, sopratutto per un finale molto surreale ed inaspettato, coerente però al senso del film.



Protagonista indiscussa, come è ovvio che sia, è Malefica, la buona fata resa malvagia dalla cattiveria e dall’avidità dell’uomo, interpretata magistralmente da Angelina Jolie. Una volta visto il film, infatti, non sarà difficile comprende il motivo per cui lì’intera campagna pubblicitaria si basi su di lei. L’attrice, oltre ad eguagliare il personaggio del classico originale, riesce persino a superarlo grazie ad un fascino e ad una espressività degna della regina delle forze del male. Potremmo dire senza problemi che riesce a reggere il film da sola. Risulta molto interessante il rapporto con il fidato servo Fosco, interpretato da Sam Riley. Oltre a spiegare le origini del fidato servitore, il film ci mostra una Malefica in continua trasformazione e non cosciente di ciò che vuole realmente dal mondo e da se stessa. Fosco, tuttavia, sarà essenziale in alcune sequenze sia per sdrammatizzare che per rendere consapevole, contro il suo volere, la propria padrona.

Completamente altro personaggio è Aurora, che finalmente risulta essere nelle sue fattezze una giovane ragazza di sedici anni, bella, con i capelli color dell’oro e le labbra rosse come le rose, interpretata da Elle Fanning. Ignara del proprio destino e delle proprie origini dominerà nella parte centrale del lungometraggio con un inaspettato rapporto intrapreso con il personaggio di Angelina Jolie. Non riesce, però, ad eguagliare sotto qualsiasi aspetto la grandiosità della propria nemesi.



La figura di Re Stefano, invece, interpretato da Sharlto Copley, può esser vista come esagerata. Trasformato nel vero antagonista del film, se inizialmente era un uomo umile e tenace, con il passare degli anni cadrà vittima di un vero e proprio maleficio: la bramosia e la paura. Non teme, apparentemente, nulla e nessuno e non si crea molti problemi nel superare o eliminare rapporti per ottenere ciò che più desidera.

Oltre questa triade di personaggi, tutti in relazione fra loro, troviamo altri soggetti che rispetto al film del 1959 non subiscono nessun miglioramento, anzi, sembrano quasi perdere quella poca importanza che avevano.

Il Principe Filippo, interpretato da Brenton Thwaites, perde completamente il suo ruolo di salvatore, bistrattato da Malefica ed addirittura dalle tre buone fate, Giggiola, Verdelia e Fiorina rispettivamente Imelda Staunton, Juno Temple e Lesley Manville, che contrariamente alle versioni del precedente adattamento non porteranno nessun sostanziale aiuto alla principessa che regalerà, con la scena del primo incontro nel bosco, l’unico vero attimo di protagonismo al principe, futuro sposo.

Anche la regina, la madre di Aurora, non guadagna nessuna battuta rispetto al classico d’animazione.



A livello tecnico e visivo, però, troviamo impeccabili scenari e meravigliose creature realizzate in CGI, che ci catapultano in questo mondo fatato e mistico, che non puntano ad ottenere un effetto realistico quanto fantastico. Non mi meraviglierei se ci trovaste un po’ di Alice in Wonderland e/o Il Grande e Potente OZ. Se non per una scena, però, risulta inutile l’obbligo della visione in 3D. Stesso discorso per la colonna sonora, che risulta avere molti aspetti in comune rispetto a quelle dei film precedentemente citati. Un grande apprezzamento va fatta alla versione alternativa di “Once Upon a Dream” di Lana del Rey che non solo regge il paragone con la versione originale, ma riesce a condurre l’ascoltatore in un mondo che rispecchia lo stato d’animo della protagonista, Malefica.





La pellicola, dunque, risulta esser criticabile nel complesso ma gradevole sotto svariati e singoli aspetti. Lo scopo che si prefiggeva era arduo e probabilmente, in parte, riesce a raggiungerlo. Uscirete sicuramente dalla sala stupiti e leggermente confusi ma sicuramente coscienti delle origini di questa forte e magnifica donna, Malefica